Scheda film
Titolo originale: Testigo íntimo
(Tr. Lett.: Testimone intimo)
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Santiago Fernández Calvete
Fotografia: Darío Sabina
Montaggio: Mariana Quiroga
Musiche: Sergio Korin
Suono: Hernan Severino
Argentina/Messico, 2015 – Thriller – Durata:96′
Cast: Felipe Colombo, Leonardo Saggese, Guadalupe Docampo, Evangelina Cueto, Graciela Alfano, María Aura, Lucrecia Gelardi
Uscita nel paese d’origine: 19 novembre 2015

Fratelli coltelli

Facundo (Felipe Colombo) è un giovane ed ambizioso avvocato che lavora presso lo studio della suocera (Graciela Alfano). Suo fratello Rafa (Leonardo Saggese) ha una vita molto meno programmata, ma è innamorato di Violeta (Guadalupe Docampo). Violeta però è anche l’amante di Facundo. Quando Rafa inizia ad avere sospetti comincia a controllare la fidanzata e scopre l’amara verità. La sera in cui la trova morta nel proprio appartamento, convoca il fratello per cercare d’uscirne fuori insieme. Sarà una notte all’insegna di un perverso gioco di sospetti, violenza, vendetta e non solo…
Ambientato in una Buenos Aires ben dipinta dalla fotografia livida di Darío Sabina, fredda come le vite alienate che racconta e che cercano solo un po’ d’amore nei modi più sbagliati, Testigo íntimo è un film che parte da buone premesse per poi arenarsi nell’incerto sviluppo degli eventi, pur concludendosi in maniera classica – la spiazzante soluzione, senza tema di spoiler, ricorda molto quella di Presunto innocente di Alan J. Pakula – benché appunto alquanto inattesa.
Per cominciare, la vicenda vive di flashback che hanno il compito di spiegare come le cose siano cominciate e poi evolutesi e sono inframmezzate dalla deposizione di un tizio allucinato, ripreso a mezzo telecamera a circuito chiuso, che parla per sentenze ricordando a tutti come oggigiorno siamo tutti controllati e di come internet ci avrebbe rovinati. Se vi aspettate che questo abbia un legame con gli eventi narrati, la risposta è no: questi inserti servono solo a ribadire alcuni concetti che il film illustrerà in tutta la sua durata. Un po’ poco.
Poi per buona parte della pellicola Facundo e Rafa hanno a che fare col cadavere di Violeta, cercando prima di lavarla nella vasca, poi di capire come liberarsene. Il cadavere rimane lindo e pinto per tutto il tempo: qualcuno ha mai sentito parlare delle macchie ipostatiche? Quelle dovute alla precipitazione verso il basso del sangue, non più circolante, a causa della forza di gravità, che la medicina legale usa per capire se una persona è morta davvero nella posizione in cui è stato trovata. Anche qui la cosa avrebbe potuto aprire delle strade narrative – forse non è morta davvero? – che però non vengono affatto percorse.
Il nuovo film di Santiago Fernández Calvete, dopo l’esordio horror de La segunda muerte, è perciò un thriller molto ambizioso, come uno dei suoi protagonisti, ed a tratti anche avvincente, ma ha grossi problemi di sceneggiatura e perciò di credibilità che portano lo spettatore a procedere per inerzia nella visione senza coinvolgersi fino in fondo. La classica occasione sprecata.

RARISSIMO perché… è un thriller molto teso, ma ha grossi problemi di sceneggiatura e di credibilità.

Note: presentato al Fantafestival 2016, dove si è anche aggiudicato, immeritatamente, il Pispistrello d’oro come miglior lungometraggio straniero.

Voto: 6

Paolo Dallimonti