Scheda film
Regia: F. javier Gutiérrez
Soggetto: David Locka e Jacob Estes, dal romanzo originale di Kôji Suzuki
Sceneggiatura: David Locka, Jacob Estes e Akiva Goldsman
Fotografia: Sharone Meir
Montaggio: Steve Mirkovich e Jeremiah O’ Driscoll
Scenografie: Kevin Kavanaugh
Costumi: Christopher Peterson
Musiche: Matthew Margeson
Suono: Ed White
USA/Canada, 2017 – Horror – Durata: 102′
Cast: Matilda Lutz, Alex Roe, Johnny Galecki, Vincent D’Onofrio, Aimee Teegarden, Bonnie Morgan, Chuck David Willis
Uscita: 16 marzo 2017
Distribuzione: Universal Pictures

Anelli amari

Dopo oltre dieci anni dal secondo capitolo, uscito nel 2005, tornano Samara e la sua maledizione legata alla visione di uno strano video, versione stellestrisce di una analoga trilogia giapponese iniziata nel 1998 dal giapponese Hideo Nakata ed ispirata al romanzo di Kôji Suzuki, il cui ultimo capitolo (firmato da Norio Tsuruta) era un prequel, tanto da far sospettare che anche questo nuovo episodio americano potesse narrare un antefatto.

L’horror non tramonta mai e Hollywood, sempre alla ricerca spasmodica di soggetti per il grande schermo, va a ripescare un soggetto già sfruttato, se non abusato e comunque “vecchio”: a chi può interessare una storia di videocassette maledette?! Certo, la tematica assume contorni “vintage” e, anche se i tanti nativi digitali potrebbero ignorare di che cosa si stia parlando, basta spostare l’attenzione sul fatto che in sostanza si tratti comunque di un video, fruibile oggigiorno in una marea di maniere, ed il gioco è fatto. Anzi, diventa pure narrativamente pià interessante, poiché nel pieno della società dell’immagine, la maledizione non è più confinata a singole “infezioni”, ma assume una connotazione epidemica se non pandemica, come accadrà nel finale, che comunque non inventa nulla di nuovo.

Il titolo originale Rings suggeriva nelle prime immagini che si trattasse di storie parallele, dal momento che vengono introdotti più piani narrativi in pochi minuti, ma, fatta eccezione per la primissima sequenza che funge da raccordo, quelle successive trovano da sole significato e collegamento.

Anche se l’inizio fa promettere bene ed anche la presenza di un Vincent D’Onofrio spesso dedito al genere fantasy/horror (Jurassic world, Sinister, Men in black) e della bella italiana Matilda Lutz (già vista ne L’Estate addosso di Gabriele Muccino), gli eventi si arrotolano su se stessi alla disperata ricerca di territori nuovi cui approdare, ripercorrendo invece abusati ed ormai estenuanti cliché narrativi

Il film, annunciato nel novembre del 2015, arriva nelle sale dopo circa tre anni dalla fine delle riprese. Ce n’era davvero bisogno?

Voto: 4 e ½

Paolo Dallimonti