Scheda film
Regia e Soggetto: Seth MacFarlane
Sceneggiatura: Seth MacFarlane, Alec Sulkin, Wellesley Wild
Fotografia: Michael Barrett
Montaggio: Jeff Freeman
Scenografie: Stephen J. Lineweaver
Costumi: Deborah Newhall
Musiche: Walter Murphy
USA, 2015 – Commedia/Surreale – 115’
Cast: Mark Wahlberg, TED (voce originale di Seth MacFarlane), Amanda Seyfried, Jessica Barth, Liam Neeson, Morgan Freeman, Giovanni Ribisi
Uscita: 25 Giugno 2015
Distribuzione: Universal Pictures Italia

L’Erba di Ted è sempre più verde

Il papà dei Griffin, Seth MacFarlane, dopo il clamoroso flop di Un milione di modi per morire nel West (2014), gioca in casa e va sul sicuro. Spara a zero e ne ha per tutti impersonificandosi (con la voce e lo spirito) ancora una volta nel trainspottinghiano orsacchiotto Ted. La storia, come nel primo capitolo (2012), è solo il sipario che apre sul palco. Ribalta che mette in mostra citazioni spassosissime. Spoilerarne una sarebbe un sacrilegio. Per il resto non ci sono particolari passi in avanti generazionali in Ted 2. John Bennett (Mark Wahlberg, The Fighter – 2010) rimane bamboccione, lasciato dopo pochi mesi di matrimonio dalla bella Mila Kunis del primo episodio. Continua a fumare spinelli con il suo amico orsacchiotto di sempre e gli fa addirittura da testimone di nozze. I problemi, in questo secondo capitolo, li ha proprio Ted. Non viene riconosciuto come persona ma solo come oggetto, perde tutti i diritti umani e rischia ancora una volta di essere rapito dallo stalker Donny (Giovanni Ribisi, Avatar – 2009). Con l’aiuto di Samantha Jackson (Amanda Seyfried, Mamma mia – 2008), una canterina avvocatessa in erba (in tutti i sensi), John e Ted intraprendono le dovute vie legali per legittimare l’umanità presente nell’orso di peluche. Il percorso è zeppo di imprevisti conditi in una macedonia acida di battute al vetriolo, politicamente ultra scorrette, ma che funzionano e rendono di un divertimento unico tutta la pellicola.

L’icona della tenerezza per eccellenza, l’orsetto Ted, che nel primo capitolo era l’anti stereotipo di se stesso, volgare e fannullone, qui diventa per forza maggiore stereotipo. Viene rivisitato per ovvi motivi commerciali e proposto al pubblico fotocopia del mattacchione presente nel primo film. Il suo fascino, però, rimane inalterato. Non si concede nessuna variazione sul tema. Forse, in alcune sequenze ci domandiamo se si sta trasformando in Winnie The Pooh, ma prontamente dopo pochi secondi torna ad essere dissacrante e pungente. La conseguenza è una risata da parte degli spettatori, che può essere paragonata ad una bottiglia di champagne stappata ad una vittoria: straripante e spumeggiante.

Come sottotesto, degno di citazione, troviamo la rivendicazione ad essere considerati esseri umani. Parte integrante del mondo. Diritti civili tanto reclamati nella storia dell’umanità. Ancora una volta l’uomo davanti alle diversità non riesce ad usufruire della giurisprudenza, parandosi completamente gli occhi. Non si riesce mai a guardare più in là del proprio naso. L’anima ed i buoni propositi degli emarginati sono ghettizzati. Per fortuna che qui rimane tutto solo un’ombra, prontamente oscurata ed esorcizzata da quelle battute sferzanti, che colpiscono proprio le minoranze e portano il pensiero su altri lidi.

Artisticamente parlando, l’intero cast composto da attori del calibro di Morgan Freeman (Seven – 1995), Liam Neeson (Io vi Troverò – 2008) e Amanda Seyfried, sono di contorno ai favolosi Wahlberg/Ted. Duo che non ha molto in comune con le famose accoppiate del passato. Stanlio & Olio, Gianni e Pinotto, i mitici nostrani Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e molte altre, erano più canoniche e legate all’equivoco. La coppia formata da Seth MacFarlane è più vicina alla moda contemporanea di Una notte da Leoni (2009).

Ted 2 è ancora una volta consigliato ai Peter Pan del presente. Esseri con il vizio del vizio. Una sorta di manifesto di una parte di adulti che trovano nella sfera infantile il loro habitat. Adolescenza ed infanzia che sono parte della nostra personalità, ma che non devono ledere e sovrastare l’adulto ed il genitore che è parte integrante di ognuno di noi. Ed è proprio questa la forza del film, giocare con questo rimanere eternamente giovani, che su pellicola e quindi nella finzione ci svaga e ci fa passare due ore di ilari distrazioni.

Voto: 7

David Siena