Scheda film
Regia: Gennaro Nunziante
Soggetto e Sceneggiatura: Luca Medici e Gennaro Nunziante
Fotografia: Massimiliano Kuveiller
Montaggio: Pietro Morana, Gennaro Nunziante e Checco Zalone
Scenografie: Stefano Ciammitti
Costumi:
Marinella Perrotta
Musiche: Checco Zalone e Antonio Iammarino
Italia, 2025 – Commedia – Durata: 90′
Cast:
Checco Zalone, Letizia Arnò, Beatriz Arjona, Martina Colombari, Hossein Taheri, Gianfranco Berardi, Alfonso Santagata
Uscita in sala: 25 dicembre 2025
Distribuzione: Medusa Film
Buen carino
Checco Zalone (Luca Medici), rampollo fancazzista del proprietario – da poco colpito da un ictus – di una grande ditta di divani, passa le sue giornate tra balletti con i domestici filippini (ogni riferimento è puramente casuale), la fidanzata di Città del Messico (“anche se non dice quale”, cit.) con metà dei suoi anni e i preparativi per la, letteralmente, faraonica festa per i suoi ormai prossimi cinquant’anni. A rovinargli la festa e le feste ci pensa sua figlia sedicenne Cristal (Letizia Arnò), alla quale Checco, tra gite in barca e varie amenità, dedica davvero poco tempo. In crisi, è scappata dalla casa in cui vive con la madre Linda (un’irriconoscibile Martina Colombari) e il suo nuovo compagno Tarek (Hossein Taher), un noioso artistoide di origini palestinesi. Obbligato a mettersi sulle sue tracce, la ritroverà sul Cammino di Santiago, incamminatasi per riflettere sulla sua giovane vita. Dapprima in Ferrari (“Questo è il cammino di Maranello: più facile e più bello!”), poi con i piedi – in tutti i sensi – molto più sulla terra, dovrà confrontarsi con una paternità mai accettata e con le quotidiane faccende e tragedie di ogni comune essere umano, alle quali finora si era ritenuto superiore, tra cui una non trascurabile “prostata enflamada”…
A quasi sei anni dall’ultimo film, da lui stesso diretto, Tolo tolo, e a quasi dieci dal suo maggior successo, Quo vado, l’ultimo con la regia di Gennaro Nunziante, il loro capolavoro artistico, si riforma il duo vincente del Cinema italiano. Annunciato in circa mille sale per il 25 dicembre e intenzionato a sbancare ancora una volta i botteghini nostrani, complice anche l’agonia della cinematografia nazionale, che si risveglia solo in occasione di fenomeni del genere, fiducioso anche nell’uscita di Avatar – Fuoco e cenere anticipata al 17 dicembre, Buen camino, fin dal trailer e anche dalle prime immagini, non cela il suo intento, come pure dichiarato da Zalone stesso in conferenza stampa: fare dei soldi.
E li farà, qualunque cosa possa dire (un) qualsiasi critico italiano. Probabilmente il film meno ispirato e meno divertente dei suoi sei da protagonista, anche perché Checco non ha bisogno di volare troppo in alto per ingraziarsi il suo pubblico. Non un brutto film, nel quale si ride, anche con battute politicamente scorrette – in par condicio su Gaza e gli ebrei e poi sull’11 settembre – che però rischiano di essere più un marchio di fabbrica che realmente divertenti, anche se, pur a denti stretti, una risata la strappano. Praticamente un Sole a catinelle col protagonista ricco, anziché povero, che però, per mancanza di empatia da parte dell’audience media, non funziona come vorrebbe. L’invidia dello spettatore medio verso un deficiente che ce l’ha fatta, anche se non ha fatto niente nella vita, è meno divertente dell’empatia verso un deficiente che rischia di non farcela, un povero cristo in cui la maggior parte del pubblico può più facilmente rispecchiarsi.
Un compitino diligente, che dura, al netto del videoclip finale, La prostata enflamada, e dei titoli di coda, meno di un’ora e mezza, giusto giusto per venire incontro al deficit di attenzione diffuso tra le generazioni dalla “Z” in poi. Una commedia per famiglie molto buonista, col pretesto di un potenziale specchietto per le allodole, come il Cammino di Santiago di Compostela (che molti vorrebbero percorrere, ma che pochi davvero intraprendono), che lo sterminato pubblico del buon Zalone prenderà per buona, divertendosi anche. Non un brutto film, per carità, ma neanche bello. O comunque non quello che, obiettivamente, ci si sarebbe aspettati dopo che Tolo tolo, nonostante la grande attrazione mediatica e dopo il botto iniziale di incassi, si era assestato su una media decrescente rispetto ai suoi precedenti film, e dopo la “pausa di riflessione” che alla fine del 2022 Checco si prese portando in giro per un anno nei teatri nazionali (e non solo) lo spettacolo teatrale “Amore+IVA”, entrando veramente in contatto col suo pubblico.
È comunque un gesto di affetto per i suoi affezionti spettatori, che in fondo (solo) questo vogliono, anche se hanno apprezzato opere più articolate, studiate e riuscite? Oppure quella di uscire ormai ogni lustro, creando un’aspettativa esagerata, ed elargendo al (proprio) pubblico quel che passa il convento, tanto per restare in tema, è (solo) un’astuta manovra? Fino a quando tutto questo funzionerà…
Note: Nel suo primo giorno di programmazione, giovedì 25 dicembre, il film ha incassato €5.671.922 con una media copia di €7.744 e una quota del 78,8% dell’incasso complessivo al box office, pari €7.195.899.
“Buen Camino” anche venerdì 26 dicembre registra numeri straordinari al box office e sale piene in tutta Italia. L’elevata richiesta registrata in prevendita ha comportato picchi di accesso sulle piattaforme di prenotazione e mandato in tilt il sito di vendite on line di diversi cinema. L’incasso è stato di 7.918.273 euro (+37% rispetto all’esordio), con 973.703 presenze, per un totale di 13.766.122 euro in soli due giorni, una media per copia di 10.715 euro e una quota di mercato del 70,8%: oltre sette spettatori su dieci, tra quanti hanno scelto di andare al cinema, hanno visto “Buen Camino”.
Il film conferma il suo primato per le festività natalizie: nei suoi primi quattro giorni di programmazione nei cinema italiani con 27 milioni di euro (26.921.300 di euro), una media di 34.847 euro in 771 cinema, 3.316.838 spettatori e una quota di mercato pari al 71,4%.
Voto: 6
Paolo Dallimonti


