RECENSIONE N.1

REGIA: Wolfgang PETERSEN
PRODUZIONE: U.S.A.
INTERPRETI: George Clooney, M. Wahlberg, D. Lane, M.E. Mastrantonio
MUSICHE: James Horner

Al fine di ottenere un’ottima pesca, il capitano (George Clooney) del peschereccio Andrea Gail decide di spingersi molto al largo con tutto il proprio equipaggio. Ma non ha fatto i conti con una eccezionale tempesta che sta per abbattersi sulla costa atlantica.

C’e’ qualcosa di sostanzialmente sbagliato in questo film, a parte la noia mortale, le caratterizzazioni insopportabili, il melo’ spinto, il montaggio da telenovela e le onde tutte uguali, manco fossero frattali. E’ che un bravo regista, soprattutto un regista di blockbuster, deve saper scegliere, e quindi rinunciare, senza voler fare il poker a tutti i costi: vuoi fare il catastrofico? E fai un sano catastrofico, santa pace: non andare a prenderti una melodrammatica storia vera, di quelle da far girare a registi veri. Ti senti in vena di raccontare una tostissima storia vera? Bene, rinuncia al catastrofico: che c’entra la famiglia di riccastri con i pescatori di Gloucester? E’ una chiosa sul classismo del mare? Non e’ questione di regole, ma di risultati: tutta la pellicola e’ caratterizzata da questa schizofrenia tra la pretesa drammaticità della storia e il trattamento da mucca di Twister, con piccole aggravanti perdonabili in un sano cinema di genere che sappia vivere se stesso senza complessi.
Per fortuna non mi e’ mai piaciuto il pescespada, perché forse l’unico effetto positivo che potrebbe avere questo film e’ far vedere a migliaia di persone che cosa orribilmente cruenta e’ la pesca, troppo spesso simile a una strage autorizzata.

Mafe

RECENSIONE N.2

Nel buon libro di Sebastian Junger che ha ispirato il film di Petersen, la
vera protagonista è la tempesta che si formò e scoppiò a sud di Terranova nel 1991.
Frutto delle congiunzione di tre diversi sistemi, ebbe forza e portata
immensa e venne definita la tempesta del secolo e una delle più violente a memoria d’uomo nell’Atlantico.
Nel film Petersen commette un errore clamoroso nello spostare l’attenzione quasi esclusivamente sulla drammatica ed umana storia dell’Andrea Gail e del suo equipaggio.
Difficile formulare un giudizio complessivo su un film che basa 3/4 del
proprio valore sugli effetti speciali catastrofici e che per il resto è
quasi insopportabile.
TPS non ha consistenza ne fascino alcuno, salvo che per le scene della tempesta, ricreate sapientemente al computer e decisamente credibili.
L’unico modo per vedere onde alte 40 metri e raccontarlo a qualcuno…
Per arrivare a questo però, per gustare la realistica descrizione dell’intervento della Coast Guard con tanto di fallito rifornimento in volo di un elicottero Seahawk, bisogna sorbirsi un inizio lento e melenso che descrive la vita del villaggio di pescatori ed i loro amori ed odi, con tanto di dialoghi insulsi e situazioni da soap opera.
Tra gli attori prova discreta di Clooney, sempre affascinante e recitazione orrenda di Diane Lane che ha l’unico merito di essere bellissima anche a 20 anni di distanza da Strade di Fuoco.
Per chi non ha letto il libro questo film non ha molto senso. Paga il
prezzo di un troppo grande spazio dedicato al melodramma umano e personale dei protagonisti.
Per contro, chi ha letto il libro troverà nella seconda parte del film
l’immaginario visivo non certo presente nel testo e questo da solo può
valere il prezzo del biglietto. Ma va visto al cinema, non in TV.

Guglielmo Pizzinelli