“Nulla è come sembra”. Mai frase è piu azzeccata nel mondo moderno in cui imperversano le narrazioni instant ed è estremamente difficile per le persone comuni distiguere cosa è vero e reale, da cosa non lo è ed è solo menzogna o manipolazione. Lo vediamo quotidianamente nelle varie campagne social di indinniati oggi su un tema domani quando scoprono che il tema non è piu di moda o non aveva fondamento alcuno su un altro tema.
In questo gioco senza nessun equilibrio o buon senso, spesso ci si dimentica che nulla è veramente quello che sembra. Di questo tratta la bella serie TV Disclaimer di Apple Tv . “Attenzione alla narrativa e alla forma,” avverte Christiane Amanpour durante una cena di gala che onora la Catherine Ravenscroft di Cate Blanchett in Disclaimer. “Il loro potere può avvicinarci alla verità, ma può anche essere una arma con un grande potere di manipolare.” Nel corso dei sette episodi della serie di Alfonso Cuarón , il due volte vincitore dell’Oscar per la miglior regia ha molto spazio per sfruttare una varietà di tecniche e inganni cinematografici.
Cuaron parte definendo questa riflessione sul potere delle narrazioni con due criteri: il primo è un effetto iris che restringe l’apertura della macchina da presa per isolare una porzione specifica dell’immagine. Il secondo è l’uso della fotografia a profondità di campo. Il primo costringe lo spettatore a guardare qualcosa, mentre il secondo gli dà la libertà di decidere se un avvenimento sullo sfondo ha più intrigo dell’azione in primo piano.
La strategia visiva di Cuarón rispecchia le due linee temporali seguite da Disclaimer. La prima è ambientata in una soleggiata cittadina italiana del 2001, dove un impetuoso backpacker britannico, Jonathan Brigstocke (Louis Partridge), inizia una pericolosa relazione con una giovane madre dopo che la sua ragazza lo ha lasciato durante il loro viaggio. È qui che gli effetti iris sono più evidenti.
La seconda, ambientata in una Londra fredda e contemporanea, vede il loro breve incontro essere ora il soggetto di un romanzo best-seller scritto dalla defunta madre di Jonathan, Nancy, pubblicato postumo e pseudonimamente dal padre Stephen (Kevin Kline). I nomi sono cambiati, ma la storia provoca una reazione viscerale in Catherine che solleva sospetti nel marito Robert (Sacha Baron Cohen) e nel figlio Nicholas (Kodi Smit-McPhee).
Cosa è reale e cosa è solo inganno? qual’è la verità? questa ambiguità è il solco narrativo piu intrigante di questa miniserie, molto piu dello svelamento conclusivo dell’arcano.
La forma funziona e rende omaggio alla sostanza narrativa e la visione ne risulta piacevolemente appassionante.
Voto 7
Vito Casale