Organizzato dal centro ricerche e sperimentazioni cinematografiche e audiovisive La Cappella Underground, il festival porta sul grande schermo le migliori produzioni di genere fantastico, con oltre 50 anteprime cinematografiche mondiali, internazionali e nazionali alla presenza di registi, attori e autori da tutto il mondo. Per il suo 25° anniversario Trieste Science+Fiction Festival si prepara a un’edizione speciale, portando in anteprima sul grande schermo il meglio della fantascienza internazionale insieme a un calendario ricco di appuntamenti tra cinema, letteratura, mostre, videogiochi e nuove tecnologie come sempre in perfetto equilibrio tra scienza e fantascienza.
“Il team del festival ha lavorato instancabilmente per curare un programma irripetibile per il nostro 25° anniversario” – ha dichiarato il direttore artistico del Festival Alan Jones – “25 anni di selezione del meglio della fantascienza per il nostro pubblico fedele ed esigente, che cresce a ogni edizione. Trieste Science+Fiction Festival resta l’unico evento cinematografico al mondo interamente dedicato agli appassionati del genere, e prendiamo molto sul serio il nostro ruolo: portarvi sempre nuove voci sorprendenti, una programmazione innovativa e scelte coraggiose. Quindi quest’anno aspettatevi l’inaspettato: blockbuster imperdibili, indipendenti eccentrici, documentari che fanno riflettere, classici insoliti e ospiti celebri di altissimo livello per festeggiare 25 anni epici.”

Lesbian space princess (Emma Hough Hobbs e Leela Varghese). L’introversa principessa Saira, figlia delle esuberanti regine lesbiche del pianeta Clitopolis, non si dà pace poiché è stata lasciata dalla sua ragazza, la cacciatrice di taglie Kiki, perché troppo assillante. Ma quando Kiki viene rapita dai “Maschi bianchi eterosessualieni” – celibi per scelta… delle altre, dimenticati dal futuro – Saira dovrà abbandonare la sua comfort zone per recuperare e consegnare il riscatto richiesto: la Labrys Reale, l’arma più potente conosciuta dalle lesbiche. E ha solo 24 ore per salvare la sua amata… “Frutto dell’ossessione per l’animazione di una lesbica, dell’urgenza di un’altra di far ridere e del loro desiderio combinato di storie innovative, incentrate sulle donne e molto gay”, il film d’animazione è un concentrato di politicamente scorretto, di battute sagaci e di situazioni al limite del cerebrale e pure un irriverente coming-of-age. Ma è anche una pellicola estremamente divertente e molto curata, soprattutto dal punto di vista sonoro, con un’anima quasi musical. Alcune idee sono irresistibili e alla fine è una critica al patriarcato – ma non solo – più attendibile di tanti sermoni femministi. Passato al Festival di Berlino di quest’anno, è un’opera da recuperare a tutti i costi! (D)Istruttivo. Neon/Out of competition. Voto: 8

Affection (BT Meza). Ellie (Jessica Rothe, vista nei due Auguri per la tua morte), dopo un grave incidente, fa fatica a riconoscere suo marito e Bruce e sua figlia Alice, affermando continuamente di essere un’altra persona e di non riconoscere neanche dalle foto quelli che dovrebbero essere i suoi genitori. Mentre le crisi si fanno più frequenti e cominciando a sospettare qualcosa, scoprirà che la verità, che il marito le nasconde, è completamente diversa… Senza tema di spoiler, possiamo rivelare che il film, folgorante debutto di BT Meza, è il racconto di una difficile elaborazione del lutto che si mescola al fantascientifico tema della (ri)generazione dei corpi. Camminando sul ciglio dell’inverosimile, ma restando in piedi senza mai cadere giù, la pellicola si fa avvincente anche dopo l’atteso ed inevitabile colpo di scena, fino al beffardo e “giusto” finalissimo. Asteroide competition. Voto: 7 e ½

Eternal mother (Emily Qiu). Una malata in fase avanzata si sottopone a crioconservazione, risvegliandosi ogni pochi anni per non perdere il contatto con la figlia da poco nata. Anche se non sarà facile per lei trovare il suo posto nelle dinamiche mutevoli della crescita e del mondo che va avanti, riuscirà ad essere presente ben oltre ogni aspettativa… Acuto cortometraggio statunitense cha affronta in modo molto originale l’elaborazione del lutto, in particolare dalla parte di chi in teoria sarebbe protagonista di quel lutto. La bravissima Marnee Carpenter interpreta questa dolcissima madre eterna. Trans-temporale. Fantastic shorts. Voto: 7 e ½

La errante/The wanderer (Gwai Lou). In una giungla post-nucleare, dove regnano silenzio e rovine, una cercatrice di rottami solitaria, tormentata dal suo passato, incontra casualmente un ragazzo ridotto in schiavitù. Il loro improbabile legame accende un barlume di umanità in un mondo creduto ormai estinto… Cortometraggio malese ambientato in vasti panorami pieni di scheletri di tante creature, perfino umane, che, tra un passato ormai bruciato e un futuro che non c’è più, riflette sulla natura (violenta) dell’uomo, perennemente votato ad autodistruggersi, tirando in ballo l'”homo homini lupus” di Hobbes e citando perfino il “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe. Ottimista. Fantastic shorts. Voto: 7

Le hum/The hum (Rémi Frechette e  Émilie Sigouin). Noémie, mentre svuota insieme al fidanzato la casa della madre, appena trasferitasi in una residenza a causa della sua demenza, inizia a visionare una videocassetta che potrebbe rispondere alle mille domande irrisolte sulle proprie origini… se solo credesse alle immagini mostrate… Interessante cortometraggio canadese, di relativa breve durata, che affronta la tematica aliena da un punto di vista originale, buttandola casualmente nel mezzo. Tutto accade rapidamente, com’è giusto che sia, coinvolgendo e sorprendendo lo spettatore. Alienante. Fantastic shorts. Voto: 7

L’homme qui rétrécit/The shrinking man (Jan Kounen). Un costruttore navale all’improvviso, senza un perché, inizia a rimpicciolirsi giorno dopo giorno, passando da una vita sicura e tranquilla, dove tutto è scontato, ad un’esistenza irta di pericoli in cui anche solo quello che prima era un innocuo ragno, diventa un pericolosissimo nemico… Voluto dall’attore protagonista Jean Dujardin e tratto dal romanzo scritto nel 1956 Richard Matheson “The incredible shrinking man”, in italiano “Tre millimetri al giorno”, oltre che ispirato al film omonimo, in italiano Radiazioni BX: Distruzione uomo, che Jack Arnold ne trasse l’anno successivo, il film cerca di essere quanto più fedele alla fonte. Lavora però in sottrazione, senza specificare il perché della trasformazione, rinunciando quindi alla nube tossica/sostanza radioattiva originaria. Questo rende ancora più affascinante il tutto, facendo diventare ognuno di noi ancora più piccolo, già a grandezza naturale, di fronte all’immensità del cosmo, come bene illustrano i titoli di coda che scorrono su un universo smisurato e sempre più in espansione. Il protagonista avrebbe la faccia rassicurante dell’uomo comune, che qui è ancora più inquietante perché ci ricorda come quanto narrato potrebbe accadere a chiunque di noi! Smisurato! Méliès competition. Voto: 7

Marshmallow (Daniel DelPurgatorio). Morgan, ragazzino alquanto imbranato, viene inviato ad un campo estivo. Qui scopre la leggenda del “dottore”, un maniaco che abitava dove ora sorge il campo. Una notte gli sembra anche di vederlo. Ma in realtà le cose stanno in maniera molto diversa e potrebbero mettere in discussione l’esistenza di tutti i giovani campeggiatori, compresa la sua… Divertente e riuscito film, che sarebbe criminale spoilerare, il quale comincia come un possibile slasher, molto banale, rivelandosi poi essere qualcosa di molto più complesso, ma spiegato in maniera assai sensata. Il finale aperto, ma non troppo, lascia poi spazio ad un ultimo guizzo, forse non del tutto necessario, ma che aggiunge ulteriore interesse alla vicenda. Un autentica sorpresa! Voto: 7

Den stygge stesøsteren/The ugly stepsister (Emilie Blichfeldt). Elvira giunge a castello insieme alla sorella Alma e alla madre per le nozze di quest’ultima con l’anziano nobiluomo di turno. Ma, quando questi muore improvvisamente, si ritrovano tutti senza un soldo. Lo scopo sarà quindi quello di conquistare il bel principe Julian. Ma Elvira è brutta e goffa e dovrà perciò sottoporsi ad una serie di aberranti procedimenti per trasformarsi nel cigno che non è, a partire dall’ingoio di una tenia, proseguendo con una brutale rinoplastica e via così. Ma quando Agnes, la Cenerentola della storia, nonché sua sorellastra, perderà la scarpetta alla festa da ballo del principe, Elvira non esiterà a fare scempio del proprio corpo pur di farsela entrare… Coproduzione tra Norvegia, Danimarca, Romania, Polonia e Svezia (coproduce anche Zentropa!), il film è un tentativo (commerciale), almeno da noi, di lanciare il nuovo body-horror-movie del 2025 dopo The substance: non a caso a distribuirlo dal 30 ottobre in Italia sarà sempre I Wonder. La pellicola suscita interesse per la drastica e intellettuale rielaborazione della favola di “Cenerentola” dei fratelli Grimm (e di Charles Perrault). L’idea di rendere protagonista la sorellastra sfigata, e quindi farci empatizzare con lei, è anche divertente, ma pure Cenerentola è una povera disgraziata che ha perso padre e ricchezze e non riusciamo ad averla in antipatia. E anche se la fotografia slavata e sovraesposta di Marcel Zyskind rimanda ai gialli italiani di cinquant’anni fa, la potenza metaforica del film di Coralie Fargeat The ugly stepsister se la sogna! Qui, anche se lo splatter millantato dall’apparato promozionale è minimo, è tutto troppo esibito: è risaputo come molte, troppe ragazze ingoino veramente la tenia per dimagrire, lasciandoci la pelle. La pellicola quindi sembra uno spottone femminista fuori tempo massimo, dove gli uomini sono solo arrapati e in balia delle decisioni femminili. (Fin troppo) realista. Out of competition. Voto: 6 e ½

Isolation (Chih-Chieh Yu). Durante la crisi dello stretto di Taiwan, nel 1996, un peschereccio non identificato, rimasto incagliato, libera inavvertitamente degli zombi imprigionati su un isola, mettendo in pericolo tutti i soldati lì stanziati… Cortometraggio taiwanese interessante soprattutto per come costruisce la tensione nella prima parte. Poi la mattanza è di quelle già viste, anche se alla fine viene lanciato un flebile messaggio sull’inutilità delle guerre e della violenza. Fantastic shorts. Voto: 6 e ½

Jigen o koeru/Transcending dimensions (Toshiaki Toyoda). Dopo la misteriosa scomparsa del monaco Rosuke, la sua amante Nonoka va a cercarlo in un luogo religioso, insieme al sicario Shinno, dove incontrano il potente stregone Ajari. In realtà Rosuke è in viaggio su un’astronave (a forma di dito indice) verso il pianeta ignoto Kelman dove incontrerà uno strano vecchio. Siamo solo all’inizio di una sfida di stregoneria, tutti contro tutti… Il film è una delle cose più strane, perturbanti e anomale mai viste. Immagini incomprensibili che sembrano comprensibili e altre apparentemente comprensibili che subito dopo si rivelano incomprensibili. Un viaggio fuori e dentro della mente umana, nel quale lasciarci accompagnare dal visionario Toshiaki Toyoda, per sperimentare sensazioni mai provate prima! Prendere o lasciare! Out of competition. Voto: 6 e ½

Says prisoner 8903 (Heewon Lee). Un condannato a morte, alla vigilia dell’esecuzione, ha un’ultima possibilità di dimostrare la propria innocenza, guardando un film sul proprio passato. Ma scopre che il film contiene molti ricordi che non gli appartengono… Cortometraggio co-prodotto tra Cina e Corea del Sud, che ruota intorno ad un colpo di scena finale, neanche chiarissimo, ma che si distingue per l’interessante ed originale uso “giudiziario” del Cinema. Meta-cinematografico. Fantastic shorts. Voto: 6 e ½

CognAItive (Tommy Savas). Kaya, hacker pregiudicata e impenitente, sta contribuendo, insieme al suo gruppo, a lanciare la rivoluzionaria Intelligenza Artificiale che dà il titolo al film. Incitati dall’esagitato CEO Ethan, che freme per il debutto, tutti si renderanno presto conto che la loro AI, non ancora completamente testata, ha una sinistra agenda. Si scatenerà così una sanguinosa lotta per la sopravvivenza… Banale B-movie a basso costo, che si nasconde dietro il dito delle modernissime tecnologie, le quali vengono prese solo come pretesto, per raccontare un qualunque thriller, che avrebbe avuto luogo anche senza tirare in ballo la tematica. La pellicola in realtà ricorda – film tra gli anni novanta e i duemila, come Il tagliaerbe o S.Y.N.A.P.S.E. – Pericolo in rete, e non è un complimento. Asteroide competition. Voto: 6

Dal nostro inviato Paolo Dallimonti.