Scheda film
Regia: Gabriele Mainetti
Soggetto: Nicola Guaglianone
Sceneggiatura: Nicola Guaglianone e Menotti
Fotografia: Michele D’Attanasio
Montaggio: Andrea Maguolo e Federico Conforti
Scenografie: Massimiliano Sturiale
Costumi: Mary Montalto
Musiche: Michele Braga e Gabriele Mainetti
Suono: Valentino Giannì
Italia, 2016 – Fantastico – Durata: ‘
Cast: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Stefano Ambrogi, Ilenia Pastorelli, Maurizio Tesei, Francesco Formichetti, Daniele Trombetti
Uscita: 25 febbraio 2016
Distribuzione: Lucky Red

Il Jeeg-ante buono

Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un mezzo delinquente e misantropo integrale, che vive ai margini della capitale, nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca, guardando film porno e nutrendosi di budini alla crema. Inseguito dalla polizia in un concitato inizio, per fuggire cade nel Tevere ma, mentre cerca di riguadagnare le sponde del fiume, entra in contatto con un bidone di scorie tossiche lì abbandonato. Tornato a casa in pessime condizioni, si mette a letto per scoprire al risveglio, suo malgrado, di aver guadagnato dei super-poteri che gli danno una forza sovrumana. Mentre cerca di utilizzare le sue nuove qualità per il proprio tornaconto, ossia per super-delinquere, un frustrato piccolo criminale, detto “lo Zingaro” (Luca Marinelli), che ambisce a “fare il botto” in virtù di un modestissimo passato nel mondo dello spettacolo (partecipò ad una edizione di “Buona Domenica”, anche se tutti lo ricordano al “Grande Fratello”) cercando a suo modo di dare scacco alla città accordandosi per un grosso affare con dei trafficanti di droga venuti da Napoli. Enzo però dovrà fare i conti prima con Alessia (Ilenia Pastorelli), la figlia del suo amico e “collega” Sergio, alla quale manca qualche rotella e che, per i suoi poteri, alla scomparsa del padre lo assimilerà a Hiroshi Shiba, il pilota del celeberrimo robot della serie animata Jeeg Robot d’acciaio per il quale la ragazza ha una particolare predilezione, e poi con la propria crescente popolarità attraverso i social media, che lo porteranno alla pericolosa attenzione dello Zingaro…
Lo chiamavano Jeeg Robot è la dimostrazione che in Italia per fare qualcosa di nuovo, diverso e davvero convincente bastano le idee. E pure qualche soldino, che non guasta mai, poiché benché auto-prodotto, il film tradisce un budget non certo miserrimo.
In un paese come il nostro in cui la tradizione superomistica è già scarsa nella carta stampata, se non vogliamo andare a andare a scomodare SuperAndy, il fratello più brutto di Superman diretto da Paolo Bianchin nel lontano 1979 con Andy Luotto, un parodistico d’exploitation, ormai quasi una leggenda metropolitana, l’esempio più in là con gli anni di un supereroe “tricolore” sono i ragazzi della web-serie Freaks iniziata nel 2011 con la regia di Claudio Di Biagio (pilot), Matteo Bruno, Alessia Pelonzi e Rachele Terrinoni e il discreto Il ragazzo invisibile girato nel 2014 da Gabriele Salvatores. Se Freaks si ispirava palesemente alla serie NBC Heroes e la pellicola di Salvatores si adagiava troppo ad un certo punto sugli “X-Men”, il film di Mainetti (che già sfiorò i fumetti con i corti Basette e Tiger Boy) vince per essere ben più originale, pur (ri)evocando una serie di immaginarii, cari agli attuali trenta/quarantenni, coetanei del regista: a partire dal titolo che richiama il “Trinità” di E(nzo) B(arboni) Clucher fino a quel Jeeg Robot, uno dei primi cartoni animati giapponesi trasmessi dalle TV private ai loro primi vagiti. Poi propone un anti-eroe, trasformatosi suo malgrado, al quale l’umanità intera sta sulle palle al punto da non avere la benché minima intenzione di difenderla, ma solo fino ad una dolorosa presa di coscienza finale; quindi un villain glam davvero unico e quasi più simpatico dell’eroe, che in fondo vuole solo essere visto ed apprezzato; infine una storia d’amore, sui generis oltre ogni archetipo e destinata a non finire bene.
Oltre agli egregi effetti speciali, che hanno sicuramente elevato il budget complessivo, alla sceneggiatura di Nicola Guaglianone e del fumettista Menotti ed alla regia attenta e citazionista di Mainetti – non perdete l’ultima scena in stile Il cavaliere oscuro – il merito della riuscita de Lo chiamavano Jeeg Robot va tutta agli attori: Santamaria è perfetto nel suo ruolo, Marinelli dopo Non essere cattivo dà ancora una brillante prova da coatto (anche se sappiamo che con la sua bravurà non resterà ingabbiato nel ruolo), irresistibile nei suoi numeri musicali (i brani chiave sono: “Un’emozione da poco” e “Ti stringerò”) ed anche l’esordiente Ilenia Pastorelli (lei sì con un passato al “Grande Fratello” dodicesima edizione e nella vita affermata DJ) è giusta nel ruolo e tutto sommato se la cava.

Voto: 7 e ½

Paolo Dallimonti