Attesissimo film di Claire Denis conteso tra vari Festival e presentato anche a Toronto. Un’opera teatrale di valore universale e illuminante sulla complessità dell’esistenza umana. “Mi sento come un granello di sabbia qui”, borbotta Leone (Mia McKenna-Bruce) pochi minuti dopo essere atterrata nell’Africa occidentale per raggiungere il marito Horn (Matt Dillon) nel cantiere di sua proprietà. “Lo sei”, risponde Cal (Tom Blyth), il subordinato di Horn e l’uomo incaricato di trasportare Leone dall’aeroporto.
I due lavorano in un cantiere nascosto al mondo esterno, sorvegliato da agenti armati nelle torrette. The Fence (Le Cri des Gardes) si dipana nel corso di una lunga e cupa notte, mentre Horn si prepara all’arrivo della moglie. Ciò che non aveva previsto era un ospite inaspettato che si sarebbe presentato all’esterno del recinto, pretendendo che il corpo del fratello gli venisse consegnato prima dell’alba.
Della relazione tra Leone e Horn si sa ben poco, a parte il fatto che si sono conosciuti a Londra . Ma non è poi cosi rilevante per le dinamiche espresse nel film. È stato sufficiente a Leone trasferirsi dall’altra parte del mondo e abbandonare il lusso della città per vivere in mezzo al nulla, in una cabina con un lento gocciolio d’acqua per la doccia . Cal allude al fatto che Leone voglia stare con Horn solo per i suoi soldi, che consistono in un ingente rimborso assicurativo ricevuto dopo un infortunio.
Un film sulla complessità delle relazioni umane, sul cinismo, sull’opportunismo, sul senso familiare sempre piu svanito nell’occidente. Ma anche un affresco notturo inquietante e spettacolare.
Voto 6,5
VC



