Scheda film
Titolo originale: Antropophagus Legacy
Regia e Fotografia: Dario Germani
Soggetto: Pierpaolo Marcelli
Sceneggiatura: Andrea Fucà,Dario Germani e Pierpaolo Marcelli
Montaggio: Nicola Bonifati
Scenografie: Antonio Di Giovanni
Costumi: Antonella Balsamo
Musiche: Cezame
Suono: Massimiliano Baccella
Italia, 2024 – Horror – Durata: 100′
Cast:
Valentina Corti, Salvatore Li Causi, Zsombor Naraykovacs, Zsombor Fekete, Marco Grasso, Vittorio Hamarz Vasfi e Marco Aceti
Uscita in sala: 28 luglio 2025
Distribuzione: Flat Parioli

Vizio di famiglia

Quarantadue anni dopo quello che è ormai considerato uno dei capolavori horror di Joe D’Amato/Aristide Massaccesi, l’infaticabile Dario Germani ne aveva confezionato un seguito claustrofobico ed efficace, oltre che molto splatter. Il regista di Lettera H The slaughter – La mattanza torna qualche anno dopo con quello che si colloca a metà tra il prequel e il sequel, tant’è che il sottotitolo italiano è Le origini, mentre quello internazionale Legacy, raccontando le origini della famiglia di antropofagi e come essa sia arrivata, ancora affamata, al giorno d’oggi.

Hanna (Valentina Corti), dopo essere stata testimone dell’efferato delitto del marito, nonché principale sospettata, è costretta a trasferirsi dal cugino Hugo (Salvatore Li Causi) a Budapest per riprendersi e condurre a termine la propria gravidanza. Ma lì, mentre lui le racconta la difficile storia della loro famiglia, una spirale di violenza sembra stringersi intorno a lei…

Lo stile è quello cui Germani ci ha da sempre abituati, con una macchina da presa sicura, una fotografia estremamente curata (da lui stesso), che utillizza lo stesso formato 1:66 usato allora da Massaccesi, e una rara abilità a fare molto con poco, sfruttando al meglio ogni centimetro di ciascun ambiente reperito come location. In Dario Germani rivive così quello spirito del miglior cinema di genere italiano, a partite da Mario Bava a Luigi Cozzi, passando per Ant0nio Margheriti, in cui di necessità si faceva ampiamente virtù.

Film molto ambizioso, Antropophagus: Le origini si propone come meno splatter e con una trama più delineata, soprattutto nella parte “storica”, ambientata a Budapest tra gli anni quaranta e sessanta, in cui si raccontano le origini della la famiglia Wortmann, e caratterizzata dall’uso del biancoenero almeno nei raccordi iniziali di ogni scena.

Germani relega così Antropophagus II ad una mera parentesi, che fece anche storcere il naso a qualche strenuo aficionado della pellicola di Joe D’Amato: quasi fosse uno stand-alone, considerando il mostro più che altro un emulatore. Qui invece si cerca di dare delle spiegazioni, anche abbastanza plausibili, a come sia iniziato tutto il male, benché verso la fine la sceneggiatura si sfilacci – che fine fanno gli investigatori italiani? – in favore dello spettacolo gore sostenuto dagli ottimi effetti di David Bracci.

Valentina Corti, vista in numerose fiction televisive, si dimostra un’ottima scream-queen, perfetta col suo volto fragile ed enigmatico.

Antropophagus: Le origini è un discreto B-movie girato in scioltezza, che non deluderà gli amanti dell’horror in generale e i fan del primo film del 1980.

Voto: 6 e ½

Paolo Dallimonti