Scheda film
Regia: Alain Gsponer
Soggetto: dal romanzo di Johanna Spyri
Sceneggiatura: Petra Biondina Volpe
Fotografia: Matthias Fleischer
Montaggio: Mike Schaerer
Scenografie: Christian M. Goldbeck
Costumi: Anke Winckler
Musiche: Niki Reiser
Suono: Marco Teufen
Germania/Svizzera, 2015 – Commedia – Durata: 106′
Cast: Anuk Steffen, Bruno Ganz, Isabelle Ottmann, Quirin Agrippi, Katharina Schüttler, Hannelore Hoger, Maxim Mehmet
Uscita: 24 marzo 2016
Distribuzione: Lucky Red

Quel nonno è proprio un Ganz!

Dopo Belle e Sebastien (e relativo seguito) ecco che la Francia continua l’opera di sfruttamento delle proprie risorse letterarie per l’infanzia. Se nell’adattamento dei racconti di Cécile Aubry il regista Nicolas Vanier compiva un intelligente e riuscito stravolgimento (che proseguiva anche nel sequel del mestierante Christian Duguay) aggiornando le avventure dei due protagonisti alla Seconda Guerra Mondiale, dandogli in tal modo quel “twist” vincente in più, in Heidi si rispetta la tradizione. Alain Gsponer, qui dietro la macchina da presa e che già ci aveva regalato il grazioso Un fantasma per amico, opta per una trasposizione fedelissima del romanzo scritto nel 1880 da Johanna Spyri, che pure a nostro avviso strizza l’occhio in alcune inquadrature alla serie animata giapponese di Idaho Takahata che la generazione nata negli anni settanta non ha mai dimenticato.
Cosi in meno di due ore insieme alla sceneggiatrice Petra Biondina Volpe racconta l’intera parabola della piccola Heidi dall’affidamento al burbero nonno dal cuore tenero fino all’andata coatta in città a casa della fragile Clara, quindi al ritorno in montagna per vincere la nostalgia, ritorno benefico non solo per lei.
Questa nuova Heidi interpretata dalla brillante esordiente Anuk Steffen, col suo ritmo vivace dettato pure dalle musiche di Niki Reiser, ci commuove e rassicura grazie al messaggio di cui si fa latrice, ossia che non bisogna credere ai pregiudizi ed alle voci: così il nonno burbero in realtà ha il cuore d’oro, Heidi che sembra avere disturbi d’apprendimento è invece un piccolo genio, Peter, apparentemente cattivo, è solo geloso della sua cara amica e Clara che, malata, non cammina più da quando le è morta la mamma, ha poco più d’un trauma superabile.
Certo, vedere nel trailer e poi nel film Bruno Ganz nei panni del nonno potrebbe far gridare al sacrilegio, ma dobbiamo convenire che come tutti gli altri attori, grandi e piccoli, è assolutamente funzionale al ruolo e la sua indiscutibile professionalità, oltre ad aggiungere dignità al film, alla fine ci fa pensare: “In fondo, chi meglio di lui?”.

Voto: 7

Paolo Dallimonti