Per il suo quarto film il regista torna a collaborare con Marion Cotillard, e con lo sceneggiatore di Earwig, Geoff Cox, per un libero adattamento de “La regina delle nevi” di Hans Christian Andersen.

Come molte fiabe, inizia con un’orfana infelice. Jeanne, la quale vive in una casa famiglia in un piccolo villaggio nella Francia degli anni ’70. Decide di fuggire . Lì, ammira un’elegante pattinatrice di nome Bianca e ne adotta l’identità .
Non avendo un posto dove dormire, irrompe in quello che sembra un magazzino abbandonato. Si scopre che sta dormendo in uno studio cinematografico, dove si sta girando una produzione de “La regina delle nevi”. La famosa attrice Cristina Van Der Berg  interpreta il ruolo principale e, dalle chiacchiere tra le comparse, apprendiamo che nulla sfugge alla “spietata” Cristina. Una Cotillard decisamente glaciale e feroce, un immagine sostanzialmente archetipica.
Glaciale è la parola ideale, poiché la forma rispecchia il contenuto. Il ritmo è misurato. È anche un mondo di grande stile in cui immergersi, poiché le luci color caramello e il gioco di ombre di La torre di ghiaccio rafforzano l’atmosfera da fiaba dark, costellata di altri riferimenti ai classici dell’infanzia. Il cappotto rosso di Cappuccetto Rosso, le perle del braccialetto che cadono a terra come briciole di pane di Hansel e Gretel sono alcuni esempi. Raccontano la storia di un’eroina che viaggia nella scoperta della femminilità.
Centrale in questo è il personaggio di Cotillard. Inizialmente, sembra che la celebre attrice francese non riesca a fare molto se non abbracciare un senso di bellezza e sfuggenza noir, ma ciò che crea nella seconda parte aggiunge stratidi complessità che esplodono nel soprendente finale.

Cristina è in stile diva che esige un sacrificio vampirico da una versione più giovane di sé. La ragazza di Earwig sarà stata di ghiaccio, ma Cristina ha un cuore disilluso che minaccia di diventare irreversibilmente di ghiaccio. È un’attrice che considera i suoi giorni di gloria finiti e che vede un percorso di crescita proprio davanti ai suoi occhi, mentre i suoi sono ormai lontanissimi.

Un film di atmosfere silenzi spazio molto affascinante.

Voto 6,5

Vito Casale