Scheda film
Titolo originale: A little chaos
Regia: Alan Rickman
Soggetto e Sceneggiatura: Alison Deeganm, Alan Rickman e Jeremy Brock
Fotografia: Ellen Kuras
Montaggio: Nicolas Gaster
Scenografie: James Merifield
Costumi: Joan Bergin
Musiche: Peter Gregson
G.B., 2014 – Commedia – Durata: 112′
Cast: Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman,
Uscita: 4 giugno 2015
Distribuzione: Eagle Pictures
I giardini dell’amore
Anno 1682. Alla corte di sua maestà Luigi XIV (Alan Rickman) viene chiamata Sabine De Barra (Kate Winslet), volitiva paesaggista che lavora nelle campagne francesi. La donna è tra i candidati a ricevere l’incarico di progettare uno dei giardini della Reggia di Versailles in costruzione. L’architetto di corte André Le Notre (Matthias Schoenaerts) dapprima non prende bene la nuova arrivata, ma la lungimiranza di Sabine ed il suo occhio attento non gli sfuggiranno. Il suo essere estranea agli intrighi ed alle regole di corte, come pure il suo rapido addentrarsi nelle etichette e nelle piccole e grandi rivalità, anche grazie al poco tempo a disposizione, le daranno quella marcia in più che a palazzo da tempo mancava. E tra lei, tormentata da un triste segreto, e l’architetto, sposato ad una donna con cui non è più felice, scoccherà anche la freccia di Cupido…
Alan Rickman, versatile e poliedrico come attore, spaziando con disinvoltura dal film d’autore (Ragione e sentimento di Ang Lee a Michael Collins di Neil Jordan) al più fracassone blockbuster (la saga di Harry Potter ed il primo capitolo di Die Hard), come regista è invece granitico e posato, oltre che poco prolifico, con una filmografia di ben un paio di pellicole in oltre vent’anni, di cui questa è la seconda. Dopo L’ospite d’inverno del 1997, torna per un’opera(zione) in costume che ha la stessa grazia dell’opera precedente, anche se un budget maggiore. Fondato, scritto e diretto su una solida Kate Winslet, ancora bella nei suoi splendidi quasi quarant’anni e vero centro drammaturgico (e non solo) nei panni di un personaggio di fantasia in mezzo ad altri realmente esistiti, il film si lascia vedere con estremo piacere anche per gli occhi, grazie alle scenografie di James Merifield, che a voluto far girare tutto in Inghilterra, sfruttando location insolite e privatissime, non aperte al pubblico.
Rickman, che nell’altra pellicola appariva non accreditato nel ruolo di un passante, qui, gigione quanto basta, si riserva per l’occasione il ruolo di sua maestà, direttore dei lavori ed in fondo… grande regista di corte!
Qualche indugio nel mostrare con troppa insistenza i dettagli di una tragedia avvenuta (l’oscuro passato di Sabine, accennato con quella ruota di carrozza che gira spesso inesorabile come intermezzo), non tolgono però forza ad un film delizioso come Le regole del caos che si arricchisce della fotografia di Ellen Kuras, la quale ha tentato di dar vita a dei “quadri in movimento”, ispirandosi ai dipinti del XVII secolo, e dell’interpretazione di un inizialmente interdetto Matthias Schoenaerts, visto recentemente nell’appena sufficiente Suite Francese, dal quale qui si riscatta ampiamente.
Voto: 6 e ½
Paolo Dallimonti