Scheda film
 Titolo originale: Orpheline
 Regia: Arnaud Des Palliéres
Sceneggiatura: Christelle Berthevas e Arnaud De Pallières
 Fotografia: Yves Cape
 Montaggio: Emilie Orsini, Arnaud Des Pallières e Guillaume Lauras
 Scenografie: Guillaume Deviercy
 Costumi: Nathalie Raoul
 Musiche (supervisione): Vivien Kiper
 Suono: Brigitte Taillandirer
 Francia, 2016 – Dramamico – Durata: 111′
 Cast: Adèle Haenel, Adèle Exarchopoulos, Solène Rigot, Vega Cuzytek, Gemma Aterton, Nicolas Duvauchelle
 Uscita: PROSSIMAMENTE
 Distribuzione: Movies Inspired
Un’anima divisa in quattro
Ritratto di una donna attraverso quattro età della sua vita. Una bambina di campagna che cade in un tragico gioco a nascondino. Un’adolescente che passa da una fuga all’altra e da un uomo all’altro, perché tutto è meglio del triste ambiente famigliare. Una giovane provinciale che si trasferisce a Parigi e sfiora la catastrofe. Infine, una donna realizzata che si crede al sicuro dal suo passato. Quattro diverse attrici (Adèle Haenel, Adèle Exarchopoulos, Solène Rigot, Vega Cuzytek) incarnano un’unica eroina.
Film ad incastri, Quattro vite, in originale Orpheline, di Arnaud Del Pallières vuole raccontare una donna problematica, partendo dalla sua versione “ripulita” e di tutto rispetto e presentandole subito i conti con un passato recente incarnato dalla bellissima Tara (Gemma Aterton). Poi la pellicola procede accostando in un gioco di scatole cinesi quelle che si capiranno poi essere le altre tre fasi della sua vita, infanzia, pubertà e adolescenza, che l’hanno portata fino ad oggi.
Ispirandosi ai racconti autobiografici della sua sceneggiatrice Christelle Berthevas e ai personaggi dei film di Maurice Pialat e Agnès Varda (soprattutto a quelli interpretati da Sandrine Bonnaire), ma anche a quelli di Robert Bresson, va in scena una fanciulla dannata, che ha conosciuto il dolore fin da piccolissima e ha continuato ad essere sbandata per tutta la propria esistenza. Non autodistruttiva, poiché non fa uso di droghe né di alcol, ma solo alla perenne ricerca di amore, scopriamo le sue varie sfaccettature in modo psicanalitico e quasi cubista, andando via via a ritroso nel suo passato, fino a quando è stata bambina, dove e quando tutto ebbe inizio.
Il problema di Quattro vite risiede però innanzitutto in un personaggio con cui, per quanto ispiri curiosità, rimane difficile immedesimarsi, poichè suscita poca empatia, anche perché solo alla fine arriveremo a capire quale sia l’origine di gran parte dei suoi guai. E anche se impersonata da quattro attrici ognuna a proprio modo affascinante, rischia di annoiarci senza coinvolgerci nella sua vita incasinata e nei suoi mille problemi. Un film interessante sulla carta, ma deludente nel risultato.
Voto: 6
Paolo Dallimonti



