Scheda film
Regia: Aneesh Chaganty

Soggetto e Sceneggiatura: Aneesh Chaganty e Sev Ohanian
Fotografia: Hillary Spera
Montaggio: Will Merrick
Scenografie: Jean-André Carr
Costumi: Heather Neale
Musiche: Torin Borrowdale
Suono: Russ Dyck
USA/Canada, 2020 – Thriller – Durata: 90′
Cast: Sarah Paulson, Kiera Allen, Sara Sohn, Pat Healy, Erik Athavale, BJ Harrison, Sharon Bajer
Uscita: 10 giugno 2021
Distribuzione: Lucky Red

Fatti scappare dalla mamma

La giovane Chloe (Kiera Allen), affetta da molte patologie fin dalla nascita e costretta sulla sedia a rotelle, vive amorevolmente accudita dalla propria madre, Diane (Sarah Paulson), all’interno della propria abitazione dalla quale per tutelare maggiormente la sua salute non può uscire. Molto brillante e intelligente, sta aspettando una risposta dall’università alla quale ha inviato la richiesta d’iscrizione. Quando un giorno, curiosando nella spesa, trova delle pasticche prescritte a nome della madre che si vedrà somministrare poco dopo, il mondo intorno a lei inizierà a vacillare…

Aneesh Chaganty aveva già colpito col suo primo film Searching, girato come un precedente horror, Unfriended di Levan Gabriadze, utilizzando esclusivamente immagini veicolato da media tecnologici. Questa volta invece  confina l’azione in quello che dovrebbe essere il posto più sicuro per ogni essere umano (ma che in realtà statisticamente è ben lungi dall’esserlo): la casa.

Impossibile raccontare Run senza spoilerare tutto fin dalle prime scene e comunque difficile già solo parlarne. L’unico “aiutino” che possiamo dare è che l’argomento è una variante di una sindrome, già vista in diverse opere cinematografiche, che prende il nome dal noto barone le cui imprese furono narrate da Rudolf Erich Raspe.

La pellicola, dopo un antefatto drammatico ed una serie di didascalie che elencano numerose patologie, inizia, dando a quelle prime scene un significato tutto sommato positivo. Chaganty è molto bravo poi nel calarci nella quotidianità della ragazza, e di sua madre, presentandoci la routine di terapie ed accorgimenti affinché la sua vita sia il più normale possibile. E quando tutto è così normale che più normale non si può, ecco che tutto, per noi e per la protagonista, inizia a scricchiolare. E giù a precipitare nel labirinto di dubbi e supposizioni.

Se a Run si volesse necessariamente trovare un difetto, è forse quello di essere troppo (ben) “scritto” e in qualche momento di mancare di verosimiglianza. Ma l’ipotetica mancanza è colmata dall’essere anche una sorta di metafora dell’adolescenza, quel momento in cui i genitori vengono contestati e tutti abbiamo cercato di affermare la nostra indipendenza. Anche se qui c’è qualcosina in più.

Le due attrici, bravissime, si contendono la scena e aiutano il film a viaggiare diretto e spedito verso un finale e un post-finale, anche quello un po’ troppo “scritto” e ai limiti della sospensione dell’incredulità, ma comunque sincero e in fondo necessario.

Curiosità: Il trailer italiano utilizza più volte il titolo, “Run”, in varie situazioni, come fossero visioni che incitano la protagonista ad una salvifica fuga, cosa che non è presente però nel film.

Voto: 7

Paolo Dallimonti