Scheda film
Regia: Mirko Pincelli

Soggetto e Sceneggiatura: Enrico Tessarin
Fotografia: Fabio Cianchetti
Montaggio: Esmeralda Calabria
Scenografie: David Bryan
Costumi: Grazia Materia
Musiche: Peter Michaels
Italia/G.B., 2016 – Drammatico – Durata: 89′
Cast: Francesca Neri, Vincenzo Amato, Kierston Wareing, Nico Mirallegro, Nick Moran, Elena Cotta, Noel Clarke
Uscita: 22 giugno 2017
Distribuzione: EuroPictures

Sale: 15

Ritratto di coppia con natura morta

Ernesto (Vincenzo Amato) è stato un fotografo affermato. La sua ex moglie Elena (Francesca Neri) è una nota gallerista. Tre anni prima una tragedia li ha colpiti ed inevitabilmente divisi: un incidente stradale in montagna ha portato loro via il figlio Carlo.
La coppia, trasferitasi ormai a Londra, ognuno per conto proprio, ritrova un punto di unione in Ian (Nico Mirallegro), un giovane teppistello di periferia in cui entrambi scoprono delle velleità: lui è il suo insegnante di fotografia in carcere e, su sua indicazione, lei decide di dargli una mano. Mentre Ernesto scopre di avere una malattia in fase terminale, Ian prende in mano la situazione e si convince a lasciare il proprio background in vista di un più luminoso futuro. Sarà l’occasione per tutti e tre di mettersi in gioco e ripartire…

Il film di Mirko Pincelli, qui al suo esordio, è sulla carta un mirabile tentativo di rompere schemi abituali della nostra cinematografia. Non a caso lui e lo sceneggiatore Enrico Tessarin vivono da anni in Inghilterra e l’ispirazione ad autori come Ken Loach, soprattutto nella descrizione delle periferie londinesi, è evidente. Purtroppo una chiara mancanza di idee porta i due a rifugiarsi in quel minimalismo che negli anni ottanta e novanta è stato la disgrazia del nostro cinema, il quale finisce per sovrastare quelle buone intenzioni iniziali, compresa quella metaforica dicotomia tra natura e metropoli e altre finezze. Così nell’ultima parte la storia sembra procedere a tentoni, quasi indecisa su quali sentieri prendere, con la comparsa di personaggi alquanto inutili come quello di Luca Lionello in un paio di sequenze.

Inoltre la pellicola ha un problema di fondo, non banale: girata in inlgese ed italiano, seguendo il naturale uso delle lingue (Amato e la Neri parlano nel nostro idioma quando sono tra di loro, mentre usano l’inglese nel resto delle conversazioni), soffre moltissimo della scelta della distrbuzione di doppiarlo interamente in italiano, col risultato nefasto che i due attori nostrani, costretti a ridoppiarsi, appaiono molto meno naturali di quelli stranieri, ai quali hanno prestato le voci doppiatori professionisti.

Dal momento che il film è di almeno un paio d’anni prima ed esce nel nostro paese, dopo essere passato in diversi festival, soprattutto per presentarsi come biglietto da visita per Pincelli e Tessarin all’attenzione della critica nostrana, senza troppi problemi di botteghino, è difficile comprendere perché non si sia mantenuta l’edizione originale ricorrendo ai sottotitoli per le parti in inglese. Se non altro ci siamo scampati il ventilato titolo italiano (“I nostri passi”) in favore del più suggestivo The habit of beauty.

RARO perché… è un’uscita quasi tecnica.

Voto: 6

Paolo Dallimonti