Scheda film
Titolo originale: Wolf Creek 2

Regia: Greg Mclean
Soggetto e Sceneggiatura: Greg Mclean e Aaron Sterns
Fotografia: Toby Oliver
Montaggio: Sean Lahiff
Scenografie: Robert Webb
Costumi: Nicola Dunn
Musiche: Johnny Klimek
Australia, 2013 – Horror – Durata: 106′
Cast: John Jarratt, Ryan Corr, Shannon Ashlyn, Philippe Klaus, Shane Connor, Ben Gerrard, Gerard Kennedy
Uscita: 10 giugno 2015
Distribuzione: Medusa

L’australienato

Era il 2005 e dall’Australia arrivava un horror tipico ed atipico nello stesso tempo: si trattava di Wolf Creek di Greg Mclean che, se da una parte riproponeva la storia del serial killer quasi antropofago che trova il suo archetipo in Non aprite quella porta, dall’altra con i suoi inconsueti panorami desertici nazionali, come quello del titolo, conferiva al film una marcia in più. Nel 2013, anche se giunge con due imperdonabili anni di ritardo nelle nostre sale targato Medusa, ecco l’atteso e divertente seguito, a quasi dieci anni di distanza, sempre firmato dallo stesso regista.
Ispirandosi a sedicenti fatti veri, ossia che in Australia ogni anno spariscono circa 30.000 persone, delle quali il 90% viene ritrovato nel giro di un mese, mentre il resto svanisce per sempre, la penna e la cinepresa di Mclean hanno creato un nuovo babau, un nuovo eroe nero che va a popolare il già folto immaginario collettivo.
Fin dalla prima sequenza, che lo vede sistemare due poliziotti troppo zelanti, lo spietato killer nazionalista Mick Taylor (John Jarratt) domina la scena, prendendosela ancora una volta soprattutto con i turisti che vengono a deturpare il suo bel paese.
In questo secondo capitolo delle sue avventure, in cui il piede spinge ancor di più sul pedale dello splatter, Mick dovrà vedersela con il tenace Paul Hammersmith (Ryan Corr), che gli terrà testa nei suoi terribili quiz a sfondo patriottico, ma che ci rimetterà alcune dita di una mano e pagherà molto caro, anche se non con la vita, l’incontro con lo spietato serial killer.
Memorabili alcune sequenze, come quella appena citata delle dieci domande in cambio della libertà, ma con la pena di un dito tagliato ad ogni errore o quella ironica ed assai divertente dei canguri in mezzo alla strada chiamati da Mick o ancora quella finale nel suo mausoleo/rifugio, tra corpi in decomposizione ed altri ancora vivi malgrado le apparenze.
Nell’ultima scena Mick Taylor appare sempre in piedi ed in azione, facendo sperare in un terzo capitolo delle sue micidiali avventure, augurandoci di non dover attendere un altro decennio!

Voto: 7

Paolo Dallimonti