Scheda film
Regia e Sceneggiatura: Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli e Martino Ferro
Fotografia: Marco Bassano
Montaggio: Valentina Mariani
Scenografie: Francesca Bocca e Valentina Ferroni
Costumi: Paola Ronco
Musiche: Pasquale Filastò
Suono: Vito Martinelli
Italia, 2015 – Commedia/Fantastico – Durata: 95′
Cast: Fabrizio Biggio, Francesco Mandelli, Giordano De Plano, Tea Falco, Marco Foschi, Walter Leonardi, Paolo Pierobon
Uscita: 19 marzo 2015
Distribuzione: Warner Bros Pictures

Nel mezzo del casin di nosta vita…

Inferno, frazione dell’Aldilà. Un Minosse dall’accento napoletano (Francesco Mandelli) “stavvi orribilmente, e ringhia: essamina le colpe ne l’intrata; giudica e manda secondo ch’avvinghia”, come scriveva Dante nella sua “Divina Commedia”. Ma i tempi sono cambiati e troppi nuovi peccatori giungono al suo giudizio (hacker informatici, pornomani, indisciplinati del traffico, tecno-incontinenti) al punto che è costretto a rivolgersi al suo boss Lucifero (Fabrizio Biggio), il quale, salito alle alte sfere, va ad interloquire con Dio in persona (Paolo Pierobon). Non si intravede altra scelta che inviare sulla terra Dante Alighieri (sempre Mandelli) per catalogare la nuova schiera di peccatori. Giunto di nuovo tra noi, il poeta dovrà trovare il suo novello Virgilio (ancora Biggio) ed esplorare il nuovo mondo, descrivendo così ben sei gironi, dal “Bar alle otto di mattina” fino a “La movida”, passando per “La pubblicità invasiva”, ed addirittura dodici tipologie di neo-peccatori…
In apparenza stavolta il duo Biggio & Mandelli sembra farsi ambizioso e voler voltare pagina: ma, se pure cambia la musica, i musicisti sono sempre quelli! La coppia di comici, dopo I soliti idioti: Il film e I due soliti idioti, conferma ancora una volta la piccolezza dei propri orizzonti culturali. Attenzione: parodiare un’opera che, volenti o nolenti, tutti a scuola abbiamo dovuto studiare, non è sinonimo di svolta autoriale, ma semplicemente conferma del massimo delle proprie possibilità intellettuali. Tant’è che i versi danteschi vengono riscritti alla bell’e meglio e reinterpretati attraverso il loro consueto schema di siparietti e di personaggini brutti, laidi e sciocchi cui sono abituati e troppo saldamente legati.
Per carità, lo sforzo (ahinoi anche produttivo) c’è e si vede: chiamano a sé stavolta, oltre a due belle (e brave) attrici come Daniela Virgilio e Tea Falco, anche i costituenti de “Il terzo segreto di Satira” Walter Leonardi, Marco Ripoldi e Massimiliano Loizzi, più quattro attori di razza quali Giordano De Plano, Marco Foschi, Paolo Pierobon ed anche Gianmarco Tognazzi. Ma, pure se qualche felice intuizione va loro riconosciuta, come il Dio casinista ed incasinato seduto ad una scrivania immersa nel bianco assoluto come in Matrix o il primo girone, quello del bar, in cui qualcuno invoca “un cappuccino senza tazza!” o ancora un concilio dei santi davvero indiavolato, siamo realment di fronte alla “solita commedia”, ossia la terza parte sotto mentite spoglie della saga de I soliti idioti, con infiniti siparietti che spesso fanno sorridere, ma che quasi mai riescono a scatenare una risata liberatoria. Quello di Biggio & Mandelli (e Martino Ferro) purtroppo non è cinema, ma televisione su grande schermo, che non ha nemmeno enormi fonti d’ispirazione, se non un’infinita brama di politicamente scorretto, molto stucchevole ed esageratamente fine a se stesso: da Tea Falco nei panni di un Gesù con l’iPhone in mano ad un Onnipotente pieno di vizi c’è davvero poco di cui scandalizzarsi. E se con le prime scene dell’Inferno qualcosa sembrava pure funzionare, ecco che col Minosse napoletano e volgarissimo tutto crolla, sprofondando ancor di più con l’arrivo dell’azione sulla terra.
Al duo va senz’altro riconosciuto acume produttivo e lungo fiuto, che li ha spinti a portare al Festival di Sanremo del 2015, un mesetto prima dell’uscita in sala, quella che sarebbe stata la canzone dei titoli di coda del film, ossia “Vita d’inferno”, non arrivata nemmeno in finale, ma sentita ed orecchiata dal pubblico quanto basta.
C’è solo da sperare – anche perché, diciamolo, l’Inferno dantesco è la cantica più interessante e stimolante tra le tre della Commedia – che Biggio & Mandelli non vogliano andare a sfrugugliare anche Purgatorio e Paradiso!

Voto: 4

Paolo Dallimonti