Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: Salvo Campisano
Fotografia: Filippo Arlotta e Luigi Mingrone
Montaggio: Salvatore Scarico
Scenografie: Dino Costa
Costumi: Davide Bertino
Musiche: NAP
Suono: Daniele Sciacca
Italia, 2024 – Mockumentary – Durata: 97‘
Cast:
Salvo Campisano, Turi Condorelli, Giuseppe Di Maura, Giovanni Bucolo, Anastasia Caputo, Oriana Ciaffaglione, Dino Costa
Uscita in sala: solo il 23 maggio 2025
Distribuzione: Green Film e Geko Production
Sale: 3

La mafia gira solo d’estate

Il filmaker Salvo Gulisano (lo stesso eclettico regista Salvo Campisano) viene contattato da Turi Prezzavento (Turi Condorelli), un loquace traffichino che gli commissiona, dietro un lauto e irrifiutabile compenso, un lungometraggio sulla vita del suo boss, un losco personaggio che egli, non esita a definire “Il capo del mondo”. Tra mille lungaggini e vicissitudini, il film sembra prendere forma, ma in sede di montaggio il regista, a capo di una scalcinata troupe di quasi improvvisati impostagli dalla “produzione”, capirà veramente con chi sta avendo a che fare e, in una serie di concitati colpi di scena, cercherà di non abbassare la testa…

Girato come un lungo backstage, attraverso una serie di vivaci piani-sequenza, Il capo del mondo è un brillante mockumentary che affronta numerosi temi importanti, attinti dalle esperienze personali del cineasta, affrontate in vent’anni di attività: la difficoltà di girare in una terra meravigliosa come la Sicilia, le infiltrazioni mafiose, il doversi piegare di fronte al vile denaro, pur sperando di incanalarlo nuovamente in opere qualitativamente migliori.

Aiutato dal (ri)montaggio del prolifico produttore Salvatore Scarico (quello, per intenderci, di Anatar Avanzers – Italian superheroes), nato in origine proprio come montatore, che qui ha fluidificato il girato avvalendosi di numerosi jump-cut, facendolo scendere di minutaggio e valorizzando così i lunghi piani-sequenza, il film acquista un ritmo notevolissimo e si lascia seguire coinvolgendo lo spettatore senza soluzione di continuità.

Rimangono sempre alcune lungaggini o momenti in cui la storia sembra arenarsi in eccessiva verbosità, oltre ad una certa difficoltà a concludere, ma la spontaneità degli interpreti – su tutti l’urologo Turi Condorelli, prestato al cinema in un vero one-man-show – e la naturale simpatia di molti di loro riescono a far perdonare tutto. Così Il capo del mondo, prendendosi molto poco sul serio, riesce a tramutare in punti di forza la maggior parte dei suoi difetti, come, ad esempio, una relativa e compiaciuta sciatteria e la eccentricità di molte situazioni.

Vero colpo di genio del film è infine quello di muoversi agilmente nell’ambito meta-cinematografico – tanto da spingere qualcuno a definirlo un Effetto notte in Sicilia – in quel limbo tra verosimiglianza ed incredulità che finisce per essere la sua stessa chiave di lettura.

RARO perché… è già un miracolo che un film come questo, recuperato da un tenace produttore, riesca ad approdare in sala, pur già sold out!

Voto: 7

Paolo Dallimonti