Dal 18 al 24 agosto, Villa Margherita diventa il cuore pulsante del Trapani Film Festival 2025, con una settimana di incontri, proiezioni, musica dal vivo e podcast in scena nel centro della città. Un evento sempre più radicato nel territorio, che alla sua terza edizione si presenta con una nuova direzione artistica firmata da Lele Vannoli, affiancato dal fondatore Francesco Torre e Michael C. Allen.
Il festival ospita volti noti del cinema italiano e della musica italiana: Pif, Simona Cavallari, Massimiliano Bruno, Raiz, Ninni Bruschetta, Matranga & Minafò, Giovanni Esposito, i Manetti Bros, il cantautore Antonio Di Martino, i Sud Sound System e molti altri.
Ogni sera a partire dalle 20,30, spazio a talk, interviste dal vivo e proiezioni, introdotte dal collettivo De Core Podcast con il loro format live condotto da Danilo da Fiumicino e Alessandro Pieravanti, accompagnati dalle musiche originali del compositore Roberto Lobbe Procaccini.
Tra gli eventi clou:
l’anteprima nazionale del docufilm Nun ve trattengo, dedicato a Franco Califano;
la riflessione pop di Real Fake con Matranga & Minafò;
un focus sulla serialità con Simona Cavallari, madrina del festival;
proiezioni speciali come 100 di questi anni, Nero, Afrodite, U. S. Palmese e altri.
Spazio poi all’attesissimo concerto dei Sud Sound System e al live del composer MKDB. Ad aprire il festival, il 17 agosto, una serata speciale con il Maestro Mons. Frisina, protagonista dell’evento MusiCinema – Le sue grandi musiche da Film. L’evento è organizzato da Chorus Inside Sicilia, con la direzione artistica del maestro Salvatore Di Blasi.
A chiudere il festival Pif, voce autorevole del nostro panorama artistico, seguito dalla premiazione dei cortometraggi votati direttamente dal pubblico.
Il Trapani Film Festival è prodotto da 3 Points Productions, con il patrocinio del Comune di Trapani e numerosi partner culturali e istituzionali.
Heart of stone (Tom Van Avermaet). Paula (Noomi Rapace), un’artista di strada che si mantiene lavorando come statua vivente, è affascinata dalla scultura in pietra, di nome Agatha, accanto alla quale si esibisce ogni giorno. Quando, in occasione di un concorso di statue viventi, Agatha viene rimpiazzata da un’opera astratta e moderna, Paula cercherà di ritrovarla ad ogni costo e, quando l’avrà incontrata, la statua magicamente prenderà vita… Romanticissimo piccolo grande film interpretato da una Noomi Rapace e una Jessica Barden in stato di grazia, e diretto dal regista pubblicitario Tom Van Avermaet, già autore di Death of a shadow, con Matthias Schoenaerts, parte dal principio che l’arte sia originata dall’amore e, in un cortocircuito magico e misterioso, questo determinerà gli eventi della storia narrata. La mente va a Genesis, girato nel 1998, terzo e ultimo episodio della trilogia di corti di Nacho Cerdá, promessa mai mantenuta dell’horror spagnolo, in cui uno scultore si tramuta in pietra mentre scolpisce un ritratto della moglie appena morta. Molto ben scritto e diretto, appena sotto la soglia della mezzora, la pellicola trasporta lo spettatore nel suo territorio fantastico e lo incanta senza soluzione di continuità. On the rocks! Cortometraggi in concorso. Voto: 9
Fiabexit [JAB (Giuliano Giacomelli e Lorenzo Giovenga)]. I personaggi delle fiabe sembrano impazziti: Geppetto/Marcello non riesce più a raggiungere il suo Pinocchio; Cenerentola vuole diventare una star del cinema, anche se matrigna e sorellastre non sembrano molto convinte; Alice e il Cappellaio Matto sembrano in crisi. Ma la verità è un’altra… Prodotto dal Festival “Inventa un Film” di Lenola, in provincia di Latina, e scritto dal suo ideatore e direttore artistico, il cortometraggio si avvale fotografia slavata e “onirica” di Daniele Trani e della regia di Giacomelli e Giovenga, che, come col precedente, toccante, Intolerance, Giacomelli e Giovenga non si sono lasciati sfuggire una trama fantastica, ma ampiamente compenetrata nel reale. Già definito “il corto più premiato del 2024” per l’incredibile collezione di riconoscimenti a manifestazioni nazionali ed internazionali, il breve film dà una lettura inedita, personale ed efficace, della malattia mentale e non solo. Cortometraggi in concorso. Voto: 8
Free spirits (Fabius De Vivo). In una notte di Capodanno, Nicholas e Julia, dopo un sorso di Negroni al bar, si ritrovano in un tempo congelato (e magicamente in biancoenero), che sarà per loro forse l’unica, segreta opportunità… Scritto, diretto e interpretato dal giovanissimo Fabius De Vivo, già attore per Uberto Pasolini ne Il ritorno, il film racconta in pochi minuti di un breve incontro misterioso e affascinante, dove tutto diventa possibile. L’affascinante fotografia argentata di Davide Manca fa il resto. Spiritato. Cortometraggi in concorso. Voto: 8
Gli elefanti (Antonio Maria Castaldo). In una notte buia e fredda una squadra di vigili del fuoco riesce a salvare un uomo uscito fuori strada con la sua vettura e apparentemente indenne. Man mano che il tempo passa, i soccorritori scoprono che, forse, l’uomo non voleva essere salvato e cercano un gesto che possa arrecargli conforto… Scritto e diretto da un ex pompiere e prodotto dal “Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa civile – Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”, il cortometraggio potrebbe sembrare un grosso spot, ma la sensibilità dell’autore e degli interpreti (tra cui un gigantesco Totò Onnis, Marco Aceti e Gianluca Grazini) ne fanno un gioiellino in cui l’essere umano fa, almeno per una volta, bella figura. Come gli elefanti, che “si toccano, usano le loro proboscidi per col contatto delle loro proboscidi per abbracciare, accarezzare, calmare il compagno di branco in difficoltà”. Antropocentrico. Cortometraggi in concorso. Voto: 8
Forse non essenzialmente tu (Francesco Giorgi e Mirko Fracassi). Una coppia di amanti, annoiata dalle proprie esistenze, si rifugia in un continuo gioco di ruolo che rischia di logorarla ulteriormente… Interessante riflessione sui rapporti di coppia, molto ben interpretata dai giovani Giuseppe Spezia e Cecilia Michettoni, il film spiazza inizialmente con le continue invenzioni dei due protagonisti prima che i pezzi del puzzle inizino a combaciare. Ambiguo e desolante. Cortometraggi in concorso. Voto: 7 e ½
Il re del panino (Giordano Toreti). Che cos’hanno in comune Mario, l’anziano “re del panino”, e Zara, una giovane prostituta romena che esercita nei pressi del suo food truck? All’apparenza poco, dal momento che lei è pure vegana e i panini di Mario sembrano essere quanto di più lontano da lei. Ad unirli sono dei lutti insanabili e… la passione per il mare, un mare diverso da quello ogni giorno davanti a loro… Divertente cortometraggio che lascia l’amaro in bocca, Il re del panino usa la leggerezza per toccare temi importanti, aprendo nel finale alla speranza, in una sequenza in cui non c’è bisogno di parole. (G)Astronomico. Cortometraggi in concorso. Voto: 7 e ½
Il tempo di un ricordo (Carlo De Benedictis). Andrea ha appena scoperto di avere un cancro in fase terminale. Il suo ultimo desiderio è quello di rivedere un vecchio amico d’infanzia, Enrico. Piccolo film diretto da un regista di origini brasiliane, adottato in Italia, che ha dovuto affrontare, nella sua breve vita un disturbo borderline di personalità, attacchi di panico e l’agorafobia e che attualmente sta seguendo un percorso presso un Centro di Salute mentale a Roma. Dagli occhi e dai sorrisi a mezza bocca dei due ottimi protagonisti, ??? e ???, riesce a trasparire quella sofferenza propria solamente di chi l’ha conosciuta veramente. Sincero. Cortometraggi in concorso. Voto: 7 e ½
Il rumore di un miracolo (Sabrina Pariante). Ogni giorno Roberto accompagna a scuola suo figlio Gabriele. Quest’ultimo, all’insaputa di tutti, rinuncia alla merenda per lasciare l’elemosina ad un ingombrante clochard che dorme su una panchina nei pressi dell’istituto. Ma un giorno all’improvviso Gabriele non si presenta più e potrebbe avere bisogno del suo ingombrante amico… Breve film che vede la presenza di uno Stefano Fresi un po’ spaesato e che cerca di puntare al melodramma e a tutti i costi alla commozione. una fiaba moderna risolta però troppo in fretta per essere credibile. Quando la brevità non è necessariamente un bene… Ruffiano. Cortometraggi in concorso. Voto: 6 e ½
Dal nostro inviato Paolo Dallimonti.