Scheda film
Regia e Soggetto: Pietro Parolin
Sceneggiatura: Pietro Parolin
con la collaborazione di Mario Cristiani e Andrea Fazzini
Fotografia: Luca Coassin (A.I.C.)
Montaggio: Davide Vizzini
Scenografie: Mauro Vanzati
Costumi: Mary Montalto
Musiche: Lorenzo Tomio (prodotte da ALA BIANCA GROUP e GDM MUSIC)
Suono in presa diretta: Giuliano Marcaccini
Italia, 2015 – Commedia – Durata: 90′
Cast: Neri Marcorè, Piera Degli Esposti, Stefano Pesce, Anna Dalton, Antonio Pennarella, Pierpaolo Spollon, Michele De Marchi
Uscita: 5 febbraio 2015
Distribuzione: Bolero Film
Sale: 8
Hic sunt leones
Siamo in Veneto – in quel nord-est una volta produttivo – ai tempi della crisi. Lì dove tutto camminava nell’unico verso “giusto”, Chiesa, alta borghesia e forze dell’ordine marciavano a braccetto e l’odore dei soldi guidava il corso delle italiche fabbrichette, adesso i vecchi leoni sono costretti a tirar fuori zanne e artigli.
Gualtiero Cecchin (un Neri Marcorè divertentissimo mattatore) è un ex rampollo arrogante e viziato, furbo ma simpatico. Il pater familias emigrato in Argentina nel secolo scorso aveva fatto i miliardi, Gualtiero è ora costretto a vendersi ori e Rolex per pagare la benzina della Porsche ed è alla disperata caccia dell’idea vincente che gli permetta di svoltare e tornare ai fasti del passato. La sorella Elisa (Anna Dalton) inconsapevole sexy prof. di matematica al liceo vive nella sua bolla d’illusioni. Ha sposato un sovrintendente di polizia, Alessio Leopardi (Stefano Pesce), insicuro cronico che mette la divisa davanti alle sue debolezze. I due cognati, eterni rivali, sono in sfida perenne per questioni di eredità. La matriarca Mara (una straordinaria Piera Degli Esposti) dal grande letto della villa principesca, nel quale si è autoconfinata dopo la morte del marito, tiene in scacco l’intera città. La società che conta e la curia, tutti le passano davanti. Beve acqua benedetta per scacciare i suoi fantasmi e intanto tira i fili del potere con le dita ancora forti e vitali.
Leoni, primo lungometraggio di Pietro Parolin, vincitore di un bando promosso dalla Regione Veneto, è una vivace commedia, caustica e irriverente, che mischia sacro e profano. Una raffica di battute al vetriolo, dialetto e luoghi comuni, vizi privati e pubbliche virtù. Si passano bonariamente ai raggi X camorra e immigrazione, si mettono alla berlina eccellenze in odor di porporato e crocifissi in plastica riciclata. Un Veneto di malghe abbandonate e giovani costretti a guadagnarsi due soldi facendo i pony pizza, giardini e ville in cui ormai si cena a pane e salame, un turbine di bassezze umane e colorite gag. Un Veneto vivo e attuale specchio di un’Italia allo sbando che fatica a ritrovarsi, in cui l’unico investimento per il futuro sembra essere il ritorno alla terra e alle antiche radici, ad un’etica e a una morale perdute. Il regista Parolin – che non fa mistero di rifarsi a Pietro Germi e al Veneto di Signore & signori, sceneggiato dal trevigiano Luciano Vincenzoni, che attaccava con ferocia l’ipocrisia della provincia italiana nella stagione del boom economico – definisce Leoni una riflessione tragicomica sulla crisi, una frustata alle insicurezze umane una satira mai volgare che lascia un solco di speranza nello sguardo dopo la visione. E noi non possiamo che condividere.
Voto: 7
Francesca Bani