Scheda film
Regia: Nina Mimica e Paola Sangiovanni

Soggetto e Sceneggiatura: Augusta Eniti, Nina Mimica e Paola Sangiovanni
Fotografia: Eleonora Patriarca e Faris Dobraòa
Montaggio: Ilaria Fraioli
Musiche: Damir Avdić
Suono: Maximilien Gobiet e Almir Stovrag
Italia/Croazia, 2015 – Documentario – Durata: 80′
Cast: Michele Patruno, Bakira Bakira Hasečić, Andrea Evangelisti
Uscita: 18 marzo 2016
Distribuzione: Berta Film

Sale: 1

Così lontani, così vicini

Sarà per il recente settantesimo anniversario della conclusione della Seconda Guerra Mondiale, ma tra la fine dello scorso anno e l’inizio di questo abbiamo assistito, tra festival e sala, ad un’impressionante serie di film che, ciascuno a proprio modo, hanno cercato di affrontare (e spiegare) il fenomeno dell’olocausto e ancora di più quella follia collettiva che colpì all’epoca il popolo tedesco e non solo: da Experimenterer di Michael Almereyda, passato alla Festa di Roma 2015, che racconta dei discussi esperimenti del sociologo Stanley Milgram volti a comprendere come l’essere umano potesse obbedire indefessamente all’autorità, a The Eichmann show di Paul Andrew Williams sul processo ad uno dei più efferati criminali nazisti, da Il labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli sui tentativi di un piccolo avvocato di processare gli ex nazisti tranquillamente a piede libero nella Germania del dopoguerra fino a Il figlio di Saul di László Nemes, su un gruppo di Sonderkommando, prigionieri “privilegiati” ad Auschwitz, e le logiche perverse che li conducevano ad essere finanche peggiori dei loro carcerieri pur di sopravvivere.
C’è una “linea sottile” che porta l’essere umano a cadere al di là della ragione ed a ritrovare nei suoi comportamenti quella bestialità, quell’essere animale che la sua condizione di privilegiato dovrebbe fargli ogni giorno rimuovere.
Col patrocinio di Amnesty International le due registe, l’italiana Paola Sangiovanni e la croata Nina Mimica, pur avendo lavorato insieme nella difficile pre-produzione e nella complessa post-produzione, seguono rispettivamente due storie degli anni novanta del non troppo lontano secolo scorso, utilizzando anche importante materiale di repertorio (tra cui quello girato all’epoca da Miran Hrovatin in Africa): la guerra in Somalia ed il relativo contingente di pace internazionale e la sanguinosa guerra che scisse la Jugoslavia. La prima rivive attraverso il racconto di un allora giovane soldato di leva, l’inizialmente riluttante Michele Patruno, che qualche anno dopo denunciò grazie a Panorama le violenze dei militari italiani ai danni della popolazione locale; la seconda è raccontata nella persona di Bakira Hasečić, una donna vittima di atrocità durante il conflitto bellico, che dà la caccia ai criminali, alcuni dei quali suoi vicini di casa, ancora a spasso per la cittadina di Visegrad in Bosnia.
Che cosa scatta nell’uomo che gli fa dimenticare di essere tale? Attraverso le due storie e le due guerre, apparentemente così lontane, ma anche così vicine nell’orrore generato, cercano di individuare quella “linea sottile”. Società prettamente patriarcale che se la prende puntualmente con le donne? Sistemi complessi come quelli militari? Paesi multi-etnici sull’orlo di una crisi di nervi annunciata? Per la risposta, che comunque ognuno di noi troverà in se stesso, non resta che andare nelle poche sale in cui progressivamente uscirà per recuperare questo prezioso e toccante documentario.

RARO perché… è un film complesso che non può avere una facile distribuzione…

Note: il film esce il 18 marzo 2016 solo al Cinema Farnese Persol di Roma e proseguirà poi il suo percorso in giro per l’Italia.

Voto: 8

Paolo Dallimonti