Uno dei film piu acclamati alla Mostra del cinema di Venezia 2024 tratta la dittatura brasiliana argomento non sempre considerato adeguatamente nelle opere cinematografiche. I film che ha segnato la svolta internazionale di Walter Salles nel 1998, Central do Brasil, gli è valso una nomination agli Oscar per l’incredibile Fernanda Montenegro. Ora, novantenne, l’attrice appare verso la fine del primo lungometraggio del regista in Brasile dopo 16 anni, I’m Still Here. Ciò che rende ancora più toccante il collegamento è che lei appare come la versione anziana e malata della protagonista con straordinaria grazia e dignità di fronte alla sofferenza emotiva.

Molti film potenti sono stati realizzati sulla dittatura militare in Brasile, durata 21 anni, dal 1964 al 1985, così come su regimi oppressivi simili nei paesi sudamericani vicini come il Cile, l’Argentina e l’Uruguay. Gli abusi sui diritti umani, come torture sistematiche, omicidi e sparizioni forzate, rappresentano una ferita aperta nelle psiche di quelle nazioni, per le quali il cinema ha spesso servito da veicolo per la memoria collettiva.

Questo aspetto intimo e familiare legato alla dittatura è approfondito dalla testimonianza, che emerge in tutto il film, dell’investimento personale di Salles nella storia vera della famiglia Paiva, dopo che il patriarca Rubens (Selton Mello), un ex deputato, fu prelevato dalla sua casa a Rio de Janeiro nel 1971, apparentemente per una deposizione, e non fu mai più visto né sentito. È una storia di resistenza e speranza, che mette in luce le atrocità della dittatura e la forza di una donna nel difendere la sua famiglia . Salles incontrò la famiglia alla fine degli anni ’60 e trascorse una parte significativa della sua giovinezza nella loro casa. Questo spiega la vitalità che attraversa le prime scene, mentre i cinque fratelli Paiva corrono avanti e indietro tra la casa e la spiaggia.

Ci sono momenti dolci e spensierati, come quando due delle sorelle ballano e cantano al ritmo del classico “Je t’aime … moi non plus” di Serge Gainsbourg e Jane Birkin, senza capire le parole. Gli attori bambini sono tutti incredibilmente naturali e affascinanti e fanno da sfondo a un terribile dramma familiare.

La narrazione si concentra sulla vita familiare prima e dopo la scomparsa di Rubens, evidenziando il contrasto tra la serenità iniziale e il successivo declino emotivo ed economico anche. La casa di famiglia, simbolo di libertà e cultura, diventa un luogo di oscurità, riflettendo il deterioramento della situazione .

Voto 7

Vito Casale