Scheda film
Regia, Soggetto e Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Fotografia: Michael Gloulakis
Montaggio: Luke Ciarrocchi
Scenografie: Mara Lepere-Schloop
Costumi: Paco Delgado
Musiche: West Dylan Thordson
Suono: Tod A. Maitland
USA, 2016 – Horror – Durata: 117′
Cast: James Mcavoy, Any Taylor-Joy, Haley Lu Richardson, Sebastian Arcelus, Betty Buckley, Izzie Coffey, Nakia Dillard
Uscita: 26 gennaio 2017
Distribuzione: Universal Pictures

Un’anima divisa in ventiquattro

Due ragazzine di buona famiglia di ritorno da una festa sono sequestrate insieme ad una loro compagna più sfigata e taciturna, Casey (Anya Taylor-Joy), da un folle che scopriremo avere ben 23 personalità. Il giovane, il cui nome reale dovrebbe essere Kevin Wendell Crumb, è seguito dalla dr.ssa Karen Fletcher (Betty Buckley), una psichiatra che grazie a lui ha fatto notevoli ed avveniristiche scoperte nell’ambito del Disturbo da Personalità Multipla. Le ragazze sono in grosso pericolo poiché, evocata da alcune delle altre ventitre, è in arrivo la ventiquattresima personalità, chiamata “la Bestia”, dai poteri sovrumani. Casey, facendo tesoro di tristi esperienze personali, cercherà di vendere cara la pelle…

M. Night Shyamalan secondo chi scrive torna alla grande con questo film. Dopo aver siglato un bel contratto con la BlumHouse di Jason Blum, il nuovo Re Mida dell’horror a medio/basso costo, ed aver fatto le prove generali con The visit, col quale dava un colpo di spugna agli insuccessi precedenti (basti pensare all’inspegabile L’ultimo dominatore dell’aria ed alla marchetta per la Smith family After Earth), con Split torna in tutto il suo fulgore: si veda l’ottimo incipit, perfetto, in cui però programmaticamente qualcosa non quadra. Ed è questa una delle forze del film, quella di intrecciare la descrizione delle numerose personalità del protagonista e l’annunciato arrivo della temibile nuova anima che abita la sua mente con i tristi ricordi di Casey, dipanando via via un’intrecciata matassa così sempre più godibile. C’è una parziale accettazione della suspense hitchcockiana, in favore di un procedere più anarchico (anche in virtù delle tante personalità) e ci sono molti dei tratti che hanno fatto la fortuna del cinema di Shyamalan: l’elemento soprannaturale inserito in un contesto di apparente normalità, la spiegazione scientifica del tutto, una realtà che è diversa da quella mostrata. Ed il grande ritorno passa anche per una serie di citazioni: la dr.ssa Fletcher (come l’attrice Louise di Qualcuno volò sul nido del cuculo) interpretata dalla Betty Buckley di Carrie – Lo sguardo di Satana, anche lì alle prese con una follia da domare, e nel finale il fugace, dissacrante cameo di un grande attore – che non riveleremo – che ha già lavorato con Shyamalan e che cita un film girato insieme, uno dei tempi d’oro del regista di origini indiane.

Mattatore della scena, oltre alla giovanissima ed inquietante Anya Taylor-Joy vista (si fa per dire) in The witch e Morgan, è il camaleontico James McAvoy, qui in un ruolo davvero degno della sua bravura, che, smessi per il momento i panni del giovane dr. Charles Xavier, rinuncia ad entrare nelle menti degli altri per farci entrare nella sua, alquanto affollata.

Le rivoluzionarie teorie della dr.ssa Fletcher sono molto affascinanti e benché poco verosimili stanno in piedi per la sospensione dell’incredulità che lo spettatore riesce facilmente a concedere al regista, grazie al mood in cui lo dispone fin dal folgorante inizio. È il film più lungo di Shyamalan fino ad ora, quasi due ore, ma la tensione riesce a rimanere sempre elevata, grazie anche ai flashback di Casey che rivede gli orrori del passato. Ed anche nel finale il regista mantiene il controllo della situazione rifuggendo soluzioni facili ed altrimenti banali.

M. Night Shyamalan è tornato: tremate!

Voto: 7

Paolo Dallimonti